lunedì 29 settembre 2008

Scrive zio Giancarlo... (vela e blog)

... dietro indicazioni precise di tuo padre sono riuscito finalmente a vedere il tuo "sassolino", il blog (non sapevo fin'ora cosa fosse, non ti meravigliare, sono il più vecchio dei tuoi zii e non amo molto stare seduto davanti al computer...).
Devo dirti che mi sono commosso nel vedere tutte quelle foto, alcune delle quali per me nuove. Hai avuto una bellissima idea a lanciare il sassolino, ti voglio ancora più bene di prima, cercherò di dare il mio contributo per ricordare tuo nonno da te mai incontrato e tua nonna, che certamente meritava di essere più frequentata di quanto tutti noi, non solo tu, abbiamo fatto a causa della vita che ci ha tenuto lontani da lei.
Per noi è stata una mamma davvero eccezionale, la sua vita dai trent'anni in poi è stata dedicata interamente a noi, e quando dico interamente intendo assolutamente, completamente, totalmente, pienamente, pensando solo a noi che allora non ce ne rendevamo conto, ci sembrava naturale e forse, o senza forse, ne abbiamo anche approfittato...
Abbiamo festeggiato il 22 settembre il quarantennale della regata transatlantica vinta nel 1968 con la Stella Polare, la piccola nave scuola a vela della Marina ancora perfettamente attiva che è stata messa a disposizione dell'equipaggio "d'epoca" per una uscita in mare. Avevamo a bordo anche un giornalista che si occupa dello sport della vela ed un cameramen: ci hanno intervistato e filmato tutti per due ore consecutive. Ma, ahimè, questo paese va pazzo per vedere un pallone sballottato fra 44 gambe ma non gliene importa nulla della vela e della sua storia... Così alla trasmissione, durata mezz'ora, sono stati assegnati 25 minuti al calcio ed uno solo alla vela. Il giornalista mi ha detto ieri che ha dovuto lottare per mandare in onda quel minuto! E' stato un "flash", ma almeno ha ricordato al popolo di "sportivi pantofolari" che non esiste solo il calcio e che quarant'anni fa una barca italiana per la prima volta vinceva una regata transatlantica alla quale partecipavano 33 barche di altrettante nazioni, ovviamente le più spinte dell'epoca.
Puoi trascrivere queste considerazioni sul blog, intanto cercherò di imparare come si fa per qualche altro mio intervento.
Un abbraccio, zio Giancarlo

Carissimo,
ho sempre visto una foto della barca nella sala da pranzo della Nonna (quella della casa in via Murat, la 'vera casa' della nonna, per me, ampia e misteriosa come sono le case dei nonni per i bambini. Quella in cui ha vissuto gli ultimi anni la ricordo con meno emozione e dettaglio).
Tu zio hai sicuramente una foto della Stella Polare: mettiamola sul blog, noi ragazzi (almeno io) ne sappiamo poco...

La Stella Polare

... in casa nostra la stella polare è sempre stata un MITO (proprio con tutte le maiuscole). mio padre ce ne ha parlato spesso, non solo della barca, ma anche di zio Giancarlo e della sua bravura e della sua presenza al suo matrimonio con tutto l'equipaggio! da qualche parte mia madre conserva ancora l'articolo del giornale locale che riporta la notizia di questa famosa barca italiana giunta nel porto di Poole per il matrimonio del fratello del capitano! quando sotto gli occhi di mio padre capitava qualche libro sulla vela la prima cosa che faceva era andare a vedere se c'era il nome di zio Giancarlo e poi tutto fiero lo puntava e lo mostrava a chiunque!
a casa, nel cosiddetto studio, avevamo due foto in bianco e nero incorniciate della barca durante la regata. le ho ancora io e attendono solo una "ripulita" della cornice per essere riappese. ci sono terribilmente affezionata. da piccola me le andavo sempre a guardare e mi immaginavo cosa potesse essere affrontare il mare, tutti con la cerata a prendersi gli schizzi delle onde...
stefania

martedì 23 settembre 2008

intervista a zio Giancarlo

Mercoledì 24 settembre ore 18,00 Rai due della TV apparirà zio Giancarlo, intervistato in occasione dei quarant'anni dalla sua vittoria nella regata Atlantica.

Nonna Ida, giovane e sognante

un nuovo invio da parte di zio Piero (quando mi allegherai anche un ricordo scritto?)

lunedì 22 settembre 2008

La Maddalena 1939

Ancora i tre discoletti: questa volta a La Maddalena, nel 1939 (grazie a Zio Piero)
Visto che noialtri 'giovani' non c'eravamo preghiamo voialtri ex bimbetti spiritosi di raccontarci qualcosa...

Vita in spiaggia: Polignano anni '30

"Almeno nel caso nostro, il "top" dei costumini non nasceva da esigenza di castigatezza. Li faceva sulla sua Singer nostra madre in dimensioni giuste per ciascuno di noi. Preferiva quella soluzione semplicemente perché non fossimo tormentati da un elastico alla cintola.
Per quel che ricordo i maschi adulti erano in "topless". Posso solo aggiungere che Pasquina L'Abbate veniva sulla spiaggia in costume da bagno con gonnellone. Lo fece anche quando venne a trovarci a La Spezia, meravigliosamente incurante delle facce stupite dei bagnanti che evidentemente si chiedevano: "Ma questa, da quale montagna scende?" (supponendo, va da sé, che fosse almeno l'Everest quella montagna).
Pudicizia e fede!"

"La spiaggia ove siamo noi tre in fotografia è, ovviamente, quella di San Giovanni, spiaggia, come si diceva allora, "privata", cioè in concessione per un modesto canone versato all'erario, con possibilità di costruirvi su stabilimenti balneari da far usare al pubblico pagante.
Il concessionario era un omone molto grosso, ancor più muscoloso e, se possibile, d'aspetto ancor più tremendo per via di un'irsuta barbaccia. Si chiamava Sergio De Cillis, comunemente detto Seriuccio. Molto irascibile, contro chiunque osasse entrare da terra o da mare nella "sua" spiaggia senza pagare il biglietto, la difendeva con le unghie e con i denti (ma soprattutto con le mani e con i piedi). Il fatto triste per lui è però che quelli venivano a consumare l'abuso in tanti, sicché, nonostante il soccorso prestato dai numerosi nipoti, finiva che Seriuccio ne buscava sempre. I nipoti del resto erano quasi tutti ragazzi terribili che si divertivano a provocarne l'ira funesta. Probabilmente fu Teodosio, il più discolo, quello che una volta gli preparò una buca di proporzioni colossali, chiusa da qualche foglio di giornale sostenuto da quattro canne e ricoperto di sabbia in modo tanto perfetto da non far notar nulla. Seriuccio vi sprofondò fino alle spalle. Potete immaginare il seguito!
Sulla spiaggia arrivavamo la mattina con la carrozzella all'ora giusta, per restarci poi tutto il pomeriggio. Da Comes nostra madre comprava qualche panino e la solita gazzosa. Ma soprattutto prima di partire preparava la sua specialità: degli spaghettini al forno con acciughe, capperi, olive e pangrattato, che, perché restassero caldi, chiudeva tra piatti fondi, tenuti fermi insieme da tovaglioli di un tipo particolare (a scacchi rossi e bianchi) che dovevano anche assicurare il conveniente isolamento termico (li rividi molti anni dopo ridotti a stracci). Era un piatto famoso, anche perché piaceva particolarmente ai nostri cugini L'Abbate.
Franchino, figlio di zia Annina, e Ninì L'Abbate, figlio di zia Lucrezia, infatti, erano spesso con noi sulla spiaggia e, fra l'altro, aiutavano mia madre a sorvegliarci, perché era proprio necessario. Una volta, subito dopo il desinare, mi buttai in acqua e mi stavo allontanando pericolosamente fra le grida di nostra madre. Venne ad acchiapparmi Franchino. La temuta congestione, ad ogni modo, non ci fu né per lui, né per me. Di Ninì ricordo invece un particolare che mi fece forte impressione. Era in cabina con me mentre ci cambiavamo dopo il bagno. Mi voltava le spalle e mi aveva detto di voltargliele. Io disobbedii, ovviamente. La sera dopo, non potei resistere alla tentazione di far sapere a Guido che il pelosissimo Ninì aveva i peli, neri e ricciolini, perfino sul "culetto".
(Zio Silvio)

giovedì 11 settembre 2008

zio Silvio

Sempre Stefania mi invia questa foto di mio padre.
Quanti anni aveva? Non lo so, ma presumo poco più di venti, forse anche qualche anno meno. Che capelli nerissimi folti e lucenti... gli stessi che aveva a poco meno di cinque anni nella foto dei fratellini in spiaggia!
Sembra quasi un bel giovane, ma si sa, né l'eleganza né l'avvenenza sono stati il suo forte, e pensare che la nonna ricordava come da piccolo volesse indossare camicine di seta (altrimenti erano strilli) e come fosse sempre allegro. Non ci si può credere, io l'ho sempre conosciuto come persona un po' melanconica e immersa nei fatti propri, certo non un estroverso. Mi hanno sempre detto che lo ha cambiato la guerra (vissuta da bambino su uno dei fronti più duri della resistenza).
Forse non era una stramberia di un nonno paternalista prefigurare per questo figlio dagli occhioni tristi una carriera in diplomazia, ed iscriverlo a forza alla facoltà di Scienza Politiche più apprezzata in Italia, quella di Firenze. Forse sperava che il bambino allegro ed elegantone sarebbe riemerso, e così spedì il secondogenito a Firenze e ne fece un povero docente universitario... in compenso gli fece incontrare una bella olandesina e tutto il resto è storia.

«Correva l'estate del 1951. Avevo 18 anni. Ne avrei compiuti 19 il 12 dicembre successivo.
Ebbi la faccia di presentarmi all'esame di licenza liceale con quella barbetta e quei baffetti (cresciuti, gli uni e l'altra, fra il maggio e il giugno, nel corso della preparazione: che barba!).
A quei tempi (molto ante 1968), era un'intollerabile stranezza. Eppure fui trattato molto bene: un unico sei (ginnastica, il professore più conformista), un otto e addirittura un nove (lo scamiciato professore di storia dell'arte, chissà se pittore bohèmien...) e a tutte le altre materie sette (ivi compreso il latino che non ho imparato mai)».
Il tuo vecchio e ormai bianco genitor (già Barbanera)
[zio Silvio, per capirsi...]

mercoledì 10 settembre 2008

Polignano 1937

Stefania mi manda questa foto e annota:
«... secondo me sono stupendi! Mostrano già in tenera età tutto il loro carattere, dal serio di giancarlo al “sornione" di zio silvio al “che ci sto a fare qui-ma proprio devo” di mio padre. Dietro c’era scritto Polignano 1937.
Un bacio, s.»

Da parte mia, vedo una somiglianza incredibile con loro stessi da adulti: i due 'bellini' dalla boccuccia arricciata e il moretto al centro dalla zazzerona e l'espressione scanzonata (la perderà crescendo) che tiene assieme questi fratelli molto somiglianti, ma molto diversi. Uno tanto serio, l'altro tanto imbronciato.
E poi noto che tutti e tre (ma specie i fratelli bellini dal capelli più docili) hanno pettinatura un po' 'da femmina': sembrano quasi dei caschetti alla Beatles anni '60...
Eva

venerdì 5 settembre 2008

Sul veliero...


.... e questa invece la conoscevi?
non so se sia appropriata per il sito che mi pare piu' devoto ai nonni e alle mode d'inizio secolo, ma un zio Guido col costumino anni 70 fa sempre il suo bell'efftto no? a contrastarlo poi con le donnine a far la maglia in spiaggia...

bacioni,
Elena

lunedì 1 settembre 2008

1931















Ieri si è sposato Marco, uno dei miei cugini 'piccoli'. Non ci siamo frequentati da bambini o da ragazzi a Polignano a Mare, il magnifico paese di nostro nonno, dove ogni estate ci trovavamo con zii e cugini per trascorrere l'estate. Ci conosciamo poco, ma non per questo non abbiamo nulla in comune.
Al banchetto di nozze, seduti al solito tavolo dei 'ragazzi', ho ricordato questa foto: la nonna Ida è (a detta di mio padre Silvio) è la seconda seduta da sinistra, mentre la sorella Pia si trova accanto a lei. Tutte queste giovani signore calzano eleganti saldali in pelle, calze e indossano abitini in seta, (forse zia Pia porta una sorta di canottierone da spiaggia, a righe), e tutte fanno la calza, sorvegliando i nipotini.
Ecco chi erano le donne da cui discendiamo, delle signore pudiche ed operose, ma attente all'eleganza, che scendevano in spiaggia con il giro di perle!
Era il 1931 e la nonna era da poco sposata...
Eva

La foto è stata scattata a Coroglio nel luglio 1931. Sul retro c'è scritto: "Laboratorio aperto per il piccolo Stanoslao Basile (o la piccola Pasqua?)".
Nel Dicembre dello stesso anno nacque Giancarlo. Le signore sedute sono: zia Graziella, mamma, zia Pia, zia Antonietta. I ragazzini sono: Gino, Cesare, Adriana.
Piero

la nonna Ida a 16 anni


















La foto è del 1916: la nonna è la ragazza in alto a destra, molto bruna a differenza delle sorelle. Per vedere meglio fare clic sopra.
Secondo una interpretazione di zio Piero:
in alto da sinistra: zia Anonietta, zio Peppino, zia Maria, Mamma (sedicenne);
seduti da sinistra: nonna Giulia, nonno Cesare, zia Giovannina;
in basso: zia Pia (tredicenne).
Mancano, forse in guerra, zio Ciccillo, zio Michelino, zio Giovanni.