martedì 29 dicembre 2009

Nozze d'oro!!!

lunedì 28 dicembre 2009

cinquant'anni fa...


... si sposavano Silvio e Nicoline. Il 29 dicembre 2009 festeggiamo le nozze d'oro!

domenica 27 dicembre 2009

Erica ci augura Buona Natale...

Elena ci ha mandato questa foto di Erica, con gli auguri di Natale. Trovo nell'espressione di questa bimba un'intensità fortissima: la meraviglia del mondo visto la prima volta, tutto nuovo e straordinario, come a suo tempo dev'essere stato anche per noi, che lo vediamo oggi come vecchio e “già visto” (roba insomma da sbadigliarci sopra). A saperlo ancora vedere così, quanta bella poesia, quanta bella musica si potrebbe scrivere, quanti dipinti meravigliosi, quante idee luminose...

Il tuo vecchio genitor con tanti cari auguri. (zio Silvio)

domenica 6 dicembre 2009

Un ricordo di zia Pia

Avevo promesso una presentazione, oltre che di nonna Giulia, di zio Peppino, zia Antonietta e zia Pia. Sono passati quasi due anni da allora e ancora non ho mantenuto la promessa.
Me ne ero del tutto dimenticato! Mi chiedo come sia potuto accadere che mi dimenticassi, in particolare, di zia Pia, un personaggio singolare, e insieme l'espressione più genuina del vecchio mondo di casa Dalfino, grazie a lei sopravvissuto fin quasi alla soglia del nuovo millennio.
Ultima della progenie, coccolata da tutti, da padre e fratelli in modo particolare, ma anche da madre e sorelle, aveva un carattere troppo buono, generoso e ingenuo per risultarne viziata. Ma, certamente per effetto di quella strana educazione, in quella strana famiglia, viveva svagata e assistita fino all'altimo da una fida cameriera in un mondo tutto suo, fatto di buffe distrazioni, nessuna conoscenza della vita, infinito amore per i gatti che popolavano i terrazzi di casa, e tanti bellissimi sogni ad occhi aperti, fra i quali non poteva mancare la poesia come sua principale occupazione (una poesia, quella che scriveva, carducciana nella forma, deamiciiana nei contenuti).
La madre l’aveva accuratamente sorvegliata per tenerla all’oscuro dei “fatti della vita”, come aveva fatto del resto con le sue altre tre figlie. Ma zia Antonietta, la maggiore, e mia madre, la penultima, si erano sposate e i ”fatti della vita“ avevano quindi conosciuto in tempo utile. Zia Maria, la seconda tra le figlie, era morta giovane nel primo dopoguerra, del tutto ignara di quei fatti orribili. Zia Pia, per la verità, si era anche invaghita di un aviatore, tanto innamorato di lei da sorvolare al tempo convenuto il terrazzo di casa Dalfino (si raccontava che si salutassero in quelle occasioni con il fazzoletto e che fosse quella l’unica manifestazione del loro amore). Senonché, per consiglio dei medici del paese, convinti che per la sua gracile costituzione non avrebbe potuto affrontare gravidanze e puerperi, la vigile e imperiosa madre aveva stabilito che non si dovesse sposare. E la docile figlia non si era sposata. Andò così che, ormai in età più che matura, dovette essere istruita dai nipoti Dalfino. Immagino lo shock: apprendere che per metterla al mondo sua madre avesse dovuto fare “quelle cose lì”!
Non era il solo aspetto buffo di zia Pia. Il racconto di tutte le sue famose distrazioni richiederebbe troppo tempo e spazio. Ne ricorderò qui una sola che fece il giro di tutti i nipoti. Una mattina mise in subbuglio tutta la casa alla ricerca di una calza. Del paio ne aveva indossata una e l’altra non riusciva a capire dove fosse andata a finire. Alla fine, convinta dell’inutilità della ricerca, decise di indossarne un altro paio, e togliendosi la calza già indossata, si accorse solo allora che distrattamente sulla stessa gamba aveva messo anche l’altra.
Di zia Pia mi piace però ricordare soprattutto l’ospitalità e la generosità. Arrivavi imprevisto a casa Dalfino e ti accoglieva sempre a braccia aperte, apriva un famoso armadio a muro e ne cavava fuori ottimi dolcetti, ordinava ad Angiolina di prepararti qualcosa da bere.
Per la vergogna dei medici del paese, la “fragile costituzione” di zia Pia resse per oltre novantasette anni, più a lungo di quella forte dei suoi genitori e di tutti i suoi fratelli e sorelle, più a lungo in particolare di quella di nosra madre che per pochi mesi non compì i novantasette. C’è da pensare che, se avesse sposato l’aviatore, sarebbe vissuta qualche anno in più, come succede alle donne che sono state madri e per questo solo hanno acquisito più forti resistenze organiche, forse avrebbe superato la soglia dei cento anni, e soprattutto ci avrebbe dato qualche cugino in più.
Zio Silvio